Le fibre naturali rappresentano oggi il 40% delle fibre tessili utilizzate nel mondo, mentre il 60% è rappresentato dalle fibre sintetiche ed artificiali.

Eppure, indossare tessuti ottenuti da fibre 100% naturali significa avere numerosi vantaggi e benefici, sia per la pelle che per l’ambiente, che le fibre sintetiche non  garantiscono.

Fibre naturali a confronto
Fibre naturali a confronto. Fonte: Mothermag

Innanzi tutto, essi sono altamente traspiranti, poiché non contengono al loro interno fibre plastiche e sintetiche, permettendo al sudore di evaporare e mantenere il corpo asciutto.

Le fibre naturali di origine animale, poi, hanno anche proprietà termoregolatrici, cioè evitano la sudorazione eccessiva in estate e proteggono trattenendo il calore in inverno.

Infine, non essendo trattati con sostanze chimiche, i tessuti naturali sono ben tollerati dall’organismo.

Tutte queste caratteristiche rendono i capi in fibre naturali più sani da indossare poiché prevengono l’insorgenza di allergie e dermatiti e favoriscono la normale funzionalità della pelle.

Esistono, poi, alcune fibre naturali che hanno anche una funzione protettiva.
Esse sono le più indicate per le pelli delicate e vulnerabili, come quelle dei neonati e di chi è predisposto ad allergie e dermatiti.

In questo articolo abbiamo scelto di approfondire le caratteristiche e i benefici di tre fibre naturali (alcune più conosciute di altre) mettendoli a confronto: il cotone organico, il bambù e la fibra di latte.

Il cotone organico

Fibre naturali a confronto
Fibre naturali a confronto. Fonte: Non Sprecare

Nell’industria della moda una delle materie prime più utilizzate è il cotone, la cui coltivazione è causa diretta di terribili conseguenze per l’ambiente e per le popolazioni che vivono in prossimità dei campi coltivati.

Una possibile soluzione è l’utilizzo del cotone organico: questa fibra, infatti, viene coltivata con metodi e prodotti che hanno un minore impatto sull’ambiente.

Nello specifico, la coltivazione di cotone organico prevede l’utilizzo di sistemi di produzione biologici, in cui non vengono impiegati insetticidi, pesticidi e fertilizzanti chimici.

Gli insetticidi chimici, infatti, vengono sostituiti dagli insetti predatori, introdotti nelle piantagioni di cotone organico per eliminare gli insetti infestanti. Gli erbicidi chimici vengono sostituiti dalla rimozione manuale delle erbacce, mentre i fertilizzanti utilizzati sono 100% naturali.

La coltivazione di cotone organico, inoltre, necessita di minori quantità di acqua: questo minor consumo è dovuto alla rotazione delle colture, una tecnica produttiva che rende il terreno più fertile, quindi meno bisognoso di acqua. In questo modo, inoltre, si preserva la fertilità dei campi utilizzati.

La coltivazione della materia prima, così come la produzione del tessuto, viene quindi eseguita in maniera ecosostenibile, grazie alla riduzione dei quantitativi di acqua utilizzati, al limitato utilizzo di prodotti chimici e ad una maggiore attenzione all’uso di fonti rinnovabili e al risparmio energetico.

Il risultato di tutto ciò è un tessuto morbido e traspirante, che riduce il rischio di irritazioni cutanee dovuto all’utilizzo di prodotti chimici nel processo di produzione, quindi ipoallergenico.

Nonostante ciò nella coltivazione del cotone organico rimangono alcune delle criticità legate alla coltivazione del cotone in genere.

Il bambù

Fibre naturali a confronto
Fibre naturali a confronto. Fonte: Alma Bamboo

La fibra di bambù, molto utilizzata in campo tessile, presenta numerosi vantaggi, soprattutto nella fase di coltivazione, una delle più ecosostenibili e a più basso impatto ambientale.
La pianta di bambù cresce molto velocemente in natura, raggiungendo i 35 metri di altezza in 8-10 settimane, e lo fa spontaneamente, sfruttando l’acqua piovana: in questo modo consuma 1/3 dell’acqua necessaria per coltivare altri tessuti naturali.

Oltre a non aver bisogno di acqua, non necessita di pesticidi o fertilizzanti, nutrendo essa stessa il terreno e compattandolo.

Le foreste di bambù, inoltre, sono un’importante risorsa naturale poiché assorbono molta più anidride carbonica e producono molto più ossigeno di altre piantagioni, contribuendo a purificare l’aria che respiriamo.
Infine la pianta di bambù ha una resa maggiore di altre coltivazioni: da un ettaro di bambù si possono ricavare 60 tonnellate di materia prima, contro le due tonnellate prodotte da un ettaro di cotone tradizionale.

Oltre a questa lunga lista di vantaggi ambientali legati alla coltivazione, la fibra di bambù presenta interessanti proprietà che la rendono adatta alla produzione di capi di abbigliamento e biancheria.

I capi in bambù risultano essere molto morbidi e lisci al tatto. Questa fibra è traspirante e assorbente, permettendo alla pelle di respirare e rimanere asciutta, grazie alla particolare struttura molecolare ricca di micro cuscinetti.
E’ antibatterica e ipoallergenica, grazie ad un particolare agente autoprodotto che blocca la proliferazione di batteri, quindi indicata per pelli delicate e sensibili.
Infine ha proprietà termoregolatrici, mantenendo il corpo fresco in ambienti caldi e caldo in ambienti freddi, e protegge dai raggi UV, schermando fino al 98% dei raggi solari.

Nonostante tutti questi vantaggi nella fase di coltivazione e per la pelle di chi lo indossa, il bambù risulta molto meno sostenibile di altre fibre naturali, anche del cotone, nella fase di estrazione della fibra, processo che necessita di notevoli quantità di acqua e prodotti chimici dannosi per l’ambiente.

La fibra di latte

Fibre naturali a confronto
Fibre naturali a confronto. Fonte ECARF

Il latte è un ottimo alimento, grazie al suo importante contenuto di vitamine e calcio, e per tale motivo non dovrebbe mancare nella dieta dei bambini.
In realtà il latte è molto più che un semplice alimento: grazie alle sue proprietà, infatti, può essere utilizzato per la creazione di un prodotto unico, ovvero la fibra di latte.
La fibra di latte è un tessuto pregiato con cui si possono creare capi di abbigliamento ecosostenibili e molto morbidi.

Questo filato, nato negli anni 30 in Italia con il nome di Lanital, deriva dalla caseina, la principale proteina del latte, contenente ben 17 amminoacidi. La caseina utilizzata per produrre la fibra, a sua volta, deriva dagli scarti della produzione del latte, rendendo questo filato ecologico e rispettoso dell’ambiente.

Nello specifico, la fibra di latte si ottiene dal filtraggio e dalla scrematura del liquido proteico ottenuto dagli scarti della produzione casearia, che successivamente viene sottoposto ad un processo di filatura. In questo modo si mantengono tutti gli amminoacidi caratterizzanti il latte, e di conseguenza tutte le proprietà benefiche derivanti da questi.

Ma quali sono queste proprietà benefiche?

Innanzitutto il tessuto in fibra di latte ha la straordinaria proprietà di idratare, nutrire e ammorbidire la pelle di chi lo indossa, per questo viene utilizzata nella produzione di capi di abbigliamento e della biancheria.

I benefici delle fibre naturali per la pelle
I benefici delle fibre naturali per la pelle

Inoltre la fibra è anallergica, quindi molto utile per chi soffre di allergie cutanee, dermatiti e disturbi della pelle, e antibatterica (con un potere batteriostatico del 99,9 %), per tali motivi viene utilizzata anche in ambito medico e ospedaliero per produrre garze e bende.

La fibra di latte ha poi un ottimo potere assorbente ed eccezionali proprietà termoregolatrici: assorbe facilmente sudore ed umidità, mantenendo la pelle asciutta e pulita, e permette di mantenere costante la propria temperatura corporea, così da rimanere caldi in inverno e freschi in estate, senza mai impedire la traspirazione.

Infine il filato in fibra di latte protegge dai raggi UV, molto dannosi per la pelle delicata e sensibile dei bambini.

La fibra di latte, quindi, è un’ottima e valida alternativa al cotone organico e al bambù, tessuti più conosciuti ed utilizzati ma con meno proprietà benefiche e meno ecologici di questa innovativa fibra.

I benefici delle fibre naturali per l'ambiente
I benefici delle fibre naturali per l’ambiente

Fonte immagini: Non Sprecare, Alma Bamboo, Una nerd in cucina

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